Riposa in pace amore mio

domenica 12 aprile 2015

i ricordi

Sviliscono l'orrore,
attenuano il dolore,
esaltano l'amore.

Conforto di chi è
al tramonto della vita,
delle madri
lontane dalla prole,
dei figli
delusi del proprio presente.

Inteneriscono il cuore
di chi si ama da tempo

e grazie a loro non invecchia mai.

E' mattina

Il sole illumina
il mio immenso
abbraccio al mondo

lunedì 30 marzo 2015

Vorrei

Vorrei illuminare
la tua mente stanca,
consolare
la tua anima mesta,
prendere
i tuoi pensieri tristi
e portarli
lontano da ogni memoria.
Immergiti
nel mare immenso del mio amore
e fatti cullare
fino al completo oblio.
La vita è dolce ed amara,
lo sai:
viviamola insieme,
abbracciati fino alla fine

domenica 29 marzo 2015


Ho salvato solo la storia, non mio figlio

E' molto schiva con tutti. Ormai in pensione da alcuni anni, si reca al bar tutte le mattine a fare colazione prestissimo, proprio per incontrare meno gente possibile, non amando fare amèna conversazione su argomenti di nessuna importanza, tipica delle persone superficiali che non hanno niente da dire.
Con gli occhi intelligenti di chi ha scrutato tutto per tutta la vita, osserva i passanti che spesso indifferenti non la degnano neanche di uno sguardo
che noti l'estrema tristezza di quella donna, una delle più importanti archeologhe viventi in Italia.
Eppure lei avrebbe potuto vantarsi di aver contribuito, con i suoi studi ed il suo operato, a salvare gran parte della storia antica dell'Italia e del mondo.
A pochi è consentito di rimanere a bocca aperta quando , dimostrando una cultura enciclopedica, illustra le meraviglie dell'antichità di tutto il mondo che lei ha contribuito a far venire alla luce. E mentre parla, i suoi occhi si illuminano per un attimo per poi subito dopo sprofondare nella tristezza di sempre. Aveva contribuito con l'impegno di tutta una vita a salvare la storia, ma non era riuscita ,anche se con un impegno di gran lunga maggiore , a salvare suo figlio !
Dopo il matrimonio con un professore universitario aveva desiderato ardentemente un figlio, ma non essendoci riuscita aveva pensato di adottarlo, nonostante il parere contrario del marito.
Le avevano segnalato il caso di un bambino di cinque anni , già rifiutato da due famiglie, che aveva assistito insieme alla sorella maggiore alla morte dei genitori naturali per overdose. Un caso difficile, quasi disperato, ma lei sia per il suo grande desiderio di maternità, sia per la naturale attrazione nei confronti di situazioni complicate da districare, aveva raccolto la sfida, nonostante il rifiuto del marito e i tentativi di dissuaderla dall'adozione da parte delle assistenti sociali.
Svolte le pratiche per l'adozione, lei si era buttata a capofitto in questa nuova avventura, la più difficile e la più disperata di tutta la sua ricca esistenza, per salvare quel bambino, “suo figlio”, dal baratro di quel destino , purtroppo già segnato dalla morte dei genitori. Un figlio che non voleva essere adottato da nessuno, men che meno da lei!
Il contributo del marito all'educazione di quel bambino difficile si era limitato all'insegnamento del greco antico, che aveva imparato a parlare con estrema facilità, mentre al contrario non riusciva né a scrivere né a parlare correttamente l'italiano. Dopo pochi anni, rendendosi conto delle difficoltà a rapportarsi con un figlio difficile che contestava tutti e tutto e, purtroppo, anch'egli vittima della droga (che la sorella stessa ahimè gli forniva), egli aveva pensato bene di abbandonare al loro destino moglie e figlio per ritornare a vivere nella sua vecchia casa con la madre e la sorella, tipico di chi in realtà seppur a tarda età si rifiuta ancora di crescere.
Ma lei non si voleva arrendere per nessun motivo, peregrinando da un neuropsichiatra all'altro perchè voleva salvare suo figlio ad ogni costo, anche se tutti riconoscevano l'inutilità di qualsiasi tentativo.
Poi, un giorno, la resa di entrambi. Lo avevano trovato morto, completamente solo, anche lui per overdose, lo stesso tragico destino dei suoi genitori naturali. E alla vista di quel giovane corpo esanime, freddo, anche lei ha smesso di lottare per sopravvivere, nonostante abbia eroicamente combattuto e vinto finanche il cancro negli anni precedenti.
Seduta sola al bar alle prime ore del mattino, con lo sguardo perso nel vuoto,ora sembra solo attendere che la “Signora della Morte” venga finalmente a prenderla per accompagnarla , chissà dove, dal suo amato bambino.