In memoria di Antonella Rizzo
Oltre la strada, il conosciuto, l’immaginato. Aldilà del sogno. Oltre gli occhi, la bocca e i pensieri, la carne e il cuore, il colore e i ricordi, il respiro e la forma. Oltre il fuggire del tempo, la verità, il rincorrere, il costruire e il demolire. Oltre il confine, il vento e la terra, il già detto, gli sconosciuti e i conosciuti orizzonti. Oltre il vissuto, il vento e il già visto, oltre ogni regola, teorema e geometria. Grazie Antonella
Riposa in pace amore mio
lunedì 10 maggio 2021
domenica 12 aprile 2015
i ricordi
Sviliscono
l'orrore,
attenuano
il dolore,
esaltano
l'amore.
Conforto
di chi è
al
tramonto della vita,
delle
madri
lontane
dalla prole,
dei
figli
delusi
del proprio presente.
Inteneriscono
il cuore
di
chi si ama da tempo
e
grazie a loro non invecchia mai.
lunedì 30 marzo 2015
Vorrei
Vorrei
illuminare
la
tua mente stanca,
consolare
la
tua anima mesta,
prendere
i
tuoi pensieri tristi
e
portarli
lontano
da ogni memoria.
Immergiti
nel
mare immenso del mio amore
e
fatti cullare
fino
al completo oblio.
La
vita è dolce ed amara,
lo
sai:
viviamola
insieme,
abbracciati
fino alla fine
domenica 29 marzo 2015
Ho salvato solo la storia, non mio figlio
E'
molto schiva con tutti. Ormai in pensione da alcuni anni, si reca al
bar tutte le mattine a fare colazione prestissimo, proprio per
incontrare meno gente possibile, non amando fare amèna conversazione
su argomenti di nessuna importanza, tipica delle persone superficiali
che non hanno niente da dire.
Con
gli occhi intelligenti di chi ha scrutato tutto per tutta la vita,
osserva i passanti che spesso indifferenti non la degnano neanche di
uno sguardo
che
noti l'estrema tristezza di quella donna, una delle più importanti
archeologhe viventi in Italia.
Eppure
lei avrebbe potuto vantarsi di aver contribuito, con i suoi studi ed
il suo operato, a salvare gran parte della storia antica dell'Italia
e del mondo.
A
pochi è consentito di rimanere a bocca aperta quando , dimostrando
una cultura enciclopedica, illustra le meraviglie dell'antichità di
tutto il mondo che lei ha contribuito a far venire alla luce. E
mentre parla, i suoi occhi si illuminano per un attimo per poi subito
dopo sprofondare nella tristezza di sempre. Aveva contribuito con
l'impegno di tutta una vita a salvare la storia, ma non era riuscita
,anche se con un impegno di gran lunga maggiore , a salvare suo
figlio !
Dopo
il matrimonio con un professore universitario aveva desiderato
ardentemente un figlio, ma non essendoci riuscita aveva pensato di
adottarlo, nonostante il parere contrario del marito.
Le
avevano segnalato il caso di un bambino di cinque anni , già
rifiutato da due famiglie, che aveva assistito insieme alla sorella
maggiore alla morte dei genitori naturali per overdose. Un caso
difficile, quasi disperato, ma lei sia per il suo grande desiderio di
maternità, sia per la naturale attrazione nei confronti di
situazioni complicate da districare, aveva raccolto la sfida,
nonostante il rifiuto del marito e i tentativi di dissuaderla
dall'adozione da parte delle assistenti sociali.
Svolte
le pratiche per l'adozione, lei si era buttata a capofitto in questa
nuova avventura, la più difficile e la più disperata di tutta la
sua ricca esistenza, per salvare quel bambino, “suo figlio”, dal
baratro di quel destino , purtroppo già segnato dalla morte dei
genitori. Un figlio che non voleva essere adottato da nessuno, men
che meno da lei!
Il
contributo del marito all'educazione di quel bambino difficile si era
limitato all'insegnamento del greco antico, che aveva imparato a
parlare con estrema facilità, mentre al contrario non riusciva né a
scrivere né a parlare correttamente l'italiano. Dopo pochi anni,
rendendosi conto delle difficoltà a rapportarsi con un figlio
difficile che contestava tutti e tutto e, purtroppo, anch'egli
vittima della droga (che la sorella stessa ahimè gli forniva), egli
aveva pensato bene di abbandonare al loro destino moglie e figlio
per ritornare a vivere nella sua vecchia casa con la madre e la
sorella, tipico di chi in realtà seppur a tarda età si rifiuta
ancora di crescere.
Ma
lei non si voleva arrendere per nessun motivo, peregrinando da un
neuropsichiatra all'altro perchè voleva salvare suo figlio ad ogni
costo, anche se tutti riconoscevano l'inutilità di qualsiasi
tentativo.
Poi,
un giorno, la resa di entrambi. Lo avevano trovato morto,
completamente solo, anche lui per overdose, lo stesso tragico destino
dei suoi genitori naturali. E alla vista di quel giovane corpo
esanime, freddo, anche lei ha smesso di lottare per sopravvivere,
nonostante abbia eroicamente combattuto e vinto finanche il cancro
negli anni precedenti.
Seduta
sola al bar alle prime ore del mattino, con lo sguardo perso nel
vuoto,ora sembra solo attendere che la “Signora della Morte”
venga finalmente a prenderla per accompagnarla , chissà dove, dal
suo amato bambino.
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