Riposa in pace amore mio

mercoledì 25 marzo 2015

Disabile

Sessant'anni fa sua madre, pur abitando vicino ad un grosso ospedale di una grande città, decise di partorirlo a casa. Qualcosa andò storto, un travaglio troppo lungo, un parto asciutto, il cordone ombelicale intorno al collo. Nacque cianotico e il suo cervello soffrì, tant'è che crebbe spastico con una debolezza più evidente agli arti di destra. Per fortuna la sua intelligenza non fu minimamente compromessa. A scuola andava bene, anche se sia i suoi compagni di classe che alcuni insegnanti avevano erroneamente associato la sua disabilità fisica a un ritardo mentale del tutto inesistente.
A sedici anni perse a breve tempo di distanza entrambi i genitori. Per un po' visse a casa della sua sorellastra, più grande di dodici anni, figlia della prima moglie del padre morta di parto. Poi entrò in un collegio per disabili, nel quale si rese conto di essere quello più fortunato di tutti perchè autonomo. Completò gli studi fino al diploma. Ma non era soddisfatto. Voleva dimostrare a tutti che nonostante la sua disabilità era in grado di raggiungere gli stessi traguardi degli altri.
Grazie a lavori saltuari si mantenne all'università, prima iscrivendosi alla facoltà di legge, poi trovò finalmente la sua strada iscrivendosi alla facoltà di medicina. Anche nell'ambiente medico non si resero subito conto della sua notevole intelligenza, credendo erroneamente che la sua disabilità fisica fosse anche mentale. Quando era emozionato o in difficoltà i suoi disturbi motori peggioravano moltissimo e questo problema aggravava la sua posizione di tirocinante in ospedale. Per non parlare del suo rapporto disastroso con il mondo femminile!
Ma ben presto sia i professori che i colleghi, che all'inizio si divertivano alle sue spalle e soprattutto a metterlo in difficoltà in ogni modo, si resero conto delle capacità intellettive e diagnostiche di quello studente modello che pur lavorando riuscì a laurearsi a pieni voti con una tesi riguardante proprio le lesioni cerebrali da parto distocico.
Dopo la laurea la specializzazione in Medicina Legale in cui si dimostrò veramente portato, divenendo anche un punto di riferimento per altri colleghi medico-legali nell'ambito universitario.
Nel frattempo riuscì anche a sposarsi ed ad avere una figlia , ma nonostante questo non era ancora soddisfatto di sé stesso. L'ambiente universitario non gli piaceva più, voleva fare qualcosa di meglio e di più per gli altri in difficoltà.
Ed ecco la svolta: decise di fare il medico di famiglia, ma non dietro la scrivania a scrivere le ricette e basta, ma il vero medico che visita tutti e se necessario va anche a casa dei pazienti in difficoltà.
Una volta presentata la domanda e i suoi numerosi titoli accademici, gli venne assegnato una località di provincia da condividere con altri colleghi. Il primo impatto fu devastante: la gente del posto era rimasta disorientata dai suoi problemi motori che però non gli avevano impedito di guidare una macchina predisposta per i disabili, ma alla fine si era ricreduta dopo aver constatato la professionalità, la cortesia e soprattutto l'umanità di quel bravo medico che non si negava mai, nemmeno per le visite domiciliari quando venivano richieste anche all'ultimo momento.
Una guerra aperta venne fatta invece dai suoi colleghi i quali non tardarono a giungere pure a diffamarlo per la sua disabilità, insinuando una insufficienza mentale inesistente.
Ma il costante impegno di quel medico alla fine ebbe la meglio. Nonostante avesse chiesto il trasferimento in un paese vicino, tutti i suoi vecchi pazienti non lo vollero affatto abbandonare, anche a costo di raggiungerlo con i mezzi pubblici in quel suo nuovo studio sempre pieno di gente, soddisfatta per come veniva curata e seguita da quel bravo medico. Il mio.


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