Riposa in pace amore mio

venerdì 27 marzo 2015

Uscire dentro, entrare fuori

Piano piano prendo coscienza del mio stato: sono legata a letto dalle solite fasce di contenzione, da poco hanno finito di farmi l'elettrochoc, sono tutta sudata, ho un terribile mal di testa e mi sono fatta tutto addosso, neanche mi hanno pulita.
Sono solo un caso clinico su cui sperimentare ancora l'efficacia di un trattamento prima obsoleto, ora ripristinato per i casi più gravi.Non sono più un essere umano, non ho più identità, men che meno dignità; finito il trattamento non conto più nulla.
Tanto vale che mi liberi di queste “amorevoli” cure fingendo di essere completamente guarita. Medici, infermieri parlano, parlano, ma di me, di chi sono veramente e che cosa voglio non hanno capito proprio nulla.
Luminari che si riempiono la bocca di termini difficili per sembrare importanti
agli occhi dei pazienti e degli ingenui parenti, pronti a dilapidare fortune pur di farti guarire o al contrario “sparire” . Perchè la malattia mentale ancora spaventa e non si vuol vedere, neanche conoscere, per curarla davvero.
E quando pensano che sei fuori di testa, magari solo disperato o arrabbiato per come vieni trattato, ti schiaffano un ago in vena per “abbatterti” con un neurolettico, senza neanche farti parlare o spiegare.
E se pensano che sei pericoloso per te stesso o per gli altri ti imprigionano in un reparto psichiatrico con tanto di sbarre alle finestre, tanto per chiarirti che solo con la reclusione e il sonno puoi guarire. In realtà è la società che ti nasconde perchè non ti vuole vedere, non vuole vedere come ti ha ridotto con la sua indifferenza e la sua crudeltà.
Sei un rifiuto, incominciando dalla tua famiglia, da chi ti ha generato, perchè non voleva figli o non voleva un maschio o una femmina, o l'ennesimo scomodo figlio da sfamare e da accudire.E incominci a sentirti diverso, ma solo perchè non amato e accettato. E allora che fai? Diventi il migliore studiando tutto lo scibile umano per raggiungere le mète più ambite, oppure il peggiore, un somaro a scuola, un disadattato nella vita solo per attrarre l'attenzione, in un patetico tentativo di ricevere l'amore che purtroppo nessuno ti da.
Provi anche a divorare di tutto, o a non mangiare per giorni e giorni, fino a rischiare la vita, per la fame insaziabile, lacerante di amore.
Ma diventi solo un problema, uno scomodo problema, senza più soluzione per cui vai tolto letteralmente di mezzo con la reclusione psichiatrica.
Ma anche da ricoverato dai fastidio, meglio farti dormire, nutrirti con le fleboclisi (neanche tante, altrimenti aumentano i costi), e se tenti di fuggire da quell'incubo ti legano a letto. Magari se se lo ricordano ti mettono anche un pannolone per non dover cambiare troppo spesso le lenzuola, e se sei sveglio si dimenticano pure di darti da bere e da mangiare.Perchè sei un malato di mente, non conti più nulla, sei solo un problema per tutti, in un modo o nell'altro devi soltanto sparire, magari per sempre.
E allora dentro di te avviene la fuga da tutto, dal mondo che non ti ama, che non ti ha mai voluto perchè sei diverso, “un invalido di cervello”, la fuga dalla vita stessa, che ti ha tolto tutto, finanche la gioia di viverla.E precipiti inesorabilmente nel tuo buco nero dal quale non vuoi uscire più.
E questi saccenti signori in camice bianco che circondano il letto sul quale sono stata “legata” per proteggermi (non ho mai capito da chi e da cosa, forse da loro?) , mi dichiarano finalmente guarita grazie alle loro “amorevoli” cure, senza aver capito proprio nulla di me!

2 commenti:

  1. uscire fuori entrare dentro.......
    Basaglia.......
    detto da me che a quel letto ci sono stato legato........

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  2. uscire fuori entrare dentro.......
    Basaglia.......
    detto da me che a quel letto ci sono stato legato........

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